La democrazia è una tensione tra diversità e comprendere come ci rappresentiamo, come vediamo e come affrontiamo le minoranze, soprattutto le categorie sociali più esposte a discriminazione (immigrati, disabili, omosessuali, etc.) è fondamentale per creare una polis più equa e consapevole. Il corso Educare a resistere ha l’obiettivo di fornire strumenti didattici e di conoscenza utili a comprendere i processi in corso di mutamento del linguaggio e di emersione di nuovi campi di conflitto che pongono l’alterità, ciò che è altro da noi, come elemento negativo, da contrastare, non più da valorizzare. Importante, alla luce della diffusione della tecnologia che ha mutato anche il nostro modo di comunicare, comprendere ciò che sta alla base della diffusione del cosiddetto linguaggio d’odio (o hate speech) e della necessità di contrastarlo a partire dai luoghi dell’educazione e della conoscenza. Verrà affrontato anche il tema del cosiddetto stress da minoranza, prodotto proprio dalla discriminazione e dalla stigmatizzazione sociale per orientamento sessuale, razza/etnia, età e sesso. Infine, con la Pedagogia della Resistenza si affronterà il tema del contrasto dell’oppressione e del suo smascheramento attraverso pratiche educative resistenziali nei confronti delle attuali configurazioni del dominio.
I DISCORSI D’ODIO a cura di Gaia Peruzzi (Università La Sapienza, Roma)
Per resistere alla violenza, bisogna comprendere innanzitutto come la violenza si produce, come si manifesta, perché attecchisce. Per resistere ai linguaggi d’odio attuali, bisogna comprendere come funzionano i media, e dove risiede la loro potenza. L’errore più grave (purtroppo il più diffuso) che si può fare con i media è ideologizzarli, denigrarli, sottovalutarli (la tv è stupida, Internet è pericoloso, la stampa è falsa). Dimenticandoci che noi tutti quotidianamente usiamo, lavoriamo, ci divertiamo con questi strumenti, e che un discorso sui media, oggi, è un discorso su di noi, sulla nostra cultura, sui nostri stereotipi. Educare a resistere, è, dunque, un tentativo di leggere e comprendere i media e i loro discorsi sulle minoranze, per imparare a fare di questi strumenti una risorsa. Didattica Che cos’è una minoranza? Che cos’è uno stereotipo? Quali sono le minoranze più esposte a rischio di stereotipizzazione negativa e razzismo oggi in Italia? Che cosa sono i media? Perché i media sono potenti? Ma sono davvero così potenti? Ma i media funzionano tutti allo stesso modo? Quali narrazioni delle minoranze circolano sui media italiani? Sono tutte immagini negative? Esistono delle buone pratiche? Cosa possiamo fare come cittadini per resistere? E come insegnanti? Il modulo sui discorsi d’odio si propone di rispondere a queste domande mediante lezioni che integreranno metodi diversi: didattica frontale, presentazione di ricerche, analisi di case-study, studio di buone prassi. Particolare attenzione sarà data alle diversità di cultura e di genere e orientamento sessuale.
PER UNA PEDAGOGIA DELLA RESISTENZA a cura di Raffaele Mantegazza (Università di Milano-Bicocca)
L’idea di una pedagogia della resistenza parte dalla constatazione che oggi più che mai occorrono persone in grado di resistere al dominio in tutte le sue forme: persone che sappiano opporsi al male, alla devastazione umana e sociale, alla violenza. E soprattutto la pedagogia della resistenza nasce dall’idea che resistenti non si nasce ma si diventa, che si puo’ imparare e insegnare a resistere. Per questo si propone lo studio e lo sviluppo di una pedagogia che abbia come suo scopo essenziale la formazione di soggetti resistenti nei confronti di ogni tipo di dominio, a partire da una rilettura pedagogica delle esperienze di resistenza proprie di coloro che si sono opposti al totalitarismo ed allo sterminio. I partigiani, i resistenti nei campi di sterminio, tutti/e coloro che hanno saputo e sanno opporsi al male sono i veri maestri dai quali la pedagogia della resistenza prende spunto. L’insegnamento e l’educazione sono allora pensabili come vere e proprie palestre resistenziali, nelle quali tutti i soggetti, di qualsiasi eta’ e provenienza, possono raccontare come hanno resistito e insegnare gli uni agli altri strategie e tecniche di opposizione al dominio. Didattica Resistere a cosa? – I modulo
Che cosa significa resistere: dalla resistenza antifascista alle resistenze quotidiana
Strategie e tattiche del dominio, tattiche e strategie della resistenza
“Quella volta che ho resistito”: raccolta di narrazioni prodotte dai partecipanti
Tentativo di una categorizzazione delle narrazioni
Insegnare a resistere – II modulo
Chi può insegnare a resistere: il soggetto della pedagogia della resistenza
La resistenza e le giovani generazioni
Esercitazione: proporre percorsi resistenziali ai giovani
Dovremo sempre resistere? Resistenza e utopia
STRESS DA MINORANZA a cura di Luciano Lopopolo
Le azioni violente e persecutorie (come per esempio bullismo, omofobia) possono essere destrutturate con la promozione del riconoscimento sociale e del diritto delle minoranze ad esistere ed esprimersi. La discriminazione e la stigmatizzazione sociale per orientamento sessuale, razza/etnia, età e sesso sono all’origine del cosiddetto stress da minoranza. Alla relazione educativa, quindi, spetta il compito di fornire strumenti utili per sviluppare la necessaria capacità di resilienza.
Durata Il corso è articolato in cinque incontri di quattro ore ciascuno, per un totale di 20 ore di formazione. Costo di iscrizione 200,00 € Destinatari docenti delle scuole di ogni ordine e grado
Il corso è attivabile in tutte le regioni su richiesta di una o più direzioni didattiche e/o di un numero minimo di insegnanti iscritti.